Intervista

Common Data Environment: intervista a Michele Magnani, CDE Manager

Michele Magnani, Project e CDE Manager in B&B Progetti, illustra strumenti, metodologie e best practice per la gestione efficace di un Common Data Environment. Focus su conformità ISO 19650, tracciamento delle versioni, qualità dei dati e integrazione con flussi di lavoro BIM.

Common Data Environment: intervista a Michele Magnani, CDE Manager

Per la rubrica B&B People, dedichiamo spazio alle competenze che animano i nostri progetti. Questa intervista esplora il ruolo del CDE Manager attraverso la voce di Michele Magnani.

Quali strumenti e piattaforme sono utilizzati per la gestione di un CDE?

Il mercato offre diversi strumenti da utilizzare come CDE per il settore delle costruzioni, gli aspetti fondamentali da considerare nella scelta della piattaforma sono sicuramente la gestione centralizzata di file, il versionamento automatico e la collaborazione in tempo reale, garantendo la conformità agli standard della ISO 19650. All’interno di B&B Progetti supportiamo l’attività di tutti i giorni con l’integrazione di un CDE proprietario della società, progettato su misura per gestire i flussi di lavoro interni e personalizzare la gestione dei dati secondo le esigenze specifiche del progetto.

In che modo si garantisce che i dati presenti nel CDE siano conformi, aggiornati e accessibili a tutti gli stakeholder della commessa?

L’utilizzo di protocolli di controllo qualità, checklist per il caricamento dei file e metadati obbligatori per classificare i documenti correttamente sono metodi efficaci per avere una buona gestione delle informazioni caricate. Dal punto di vista operativo, pianificare sessioni di formazione con i team per assicurarsi che si rispettino gli standard richiesti ha sicuramente la sua importanza, in particolare nelle fasi iniziali del progetto.

In che modo si assicura il tracciamento delle versioni e il controllo delle revisioni nei documenti?

Generalmente, tutti i CDE vengono configurati con funzionalità di revisioni automatiche, che registrano ogni modifica apportata a un file. In più, è buona norma impostare flussi di lavoro strutturati per garantire che solo le versioni approvate siano accessibili agli utenti.

Come si affronta un problema tecnico che rende temporaneamente inaccessibile il CDE?

Per farsi trovare preparati nell’eventualità occorre stabilire quanto prima un piano di continuità operativa che include backup regolari dei server. In caso di problemi tecnici, si attivano i sistemi di backup per garantire l’accesso ai file critici e si collabora con il team IT per risolvere rapidamente il problema.

Qual è l’approccio adottato per garantire la qualità e l’integrità dei dati in un CDE?

Tra le principali procedure volte a garantire gli standard qualitativi dei dati all’interno di un CDE rientrano sicuramente il controllo sistematico delle informazioni, attuato tramite metodi sia manuali che automatizzati, e l’utilizzo di sistemi di revisione per tracciare le modifiche apportate ai documenti. È inoltre possibile adottare misure di sicurezza, quali accessi regolamentati, crittografia e backup, monitorando al contempo KPI specifici per assicurare la conformità e l’affidabilità dei dati.

Quale termine può essere utilizzato per descrivere il valore aggiunto che un Common Data Environment apporta ai progetti, e quale motivazione lo supporta?

La parola che meglio rappresenta il valore del CDE nei nostri progetti è “trasparenza”. Un ambiente comune consente di gestire in modo centralizzato tutte le informazioni di progetto, offrendo una visione chiara e aggiornata dell’avanzamento, delle revisioni e delle responsabilità. Avere il pieno controllo dei dati conferisce la capacità di prendere decisioni più consapevoli e mantenere il progetto sulla giusta rotta.

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